La diagnostica per immagini

I pazienti che richiedono prestazioni di diagnostica per immagini presso lo STUDIO RADIOLOGICO CASILINO possono usufruire di indagini di Radiologia digitale ed esami ecografici di diversa tipologia.

RADIOLOGIA DIGITALE:

In medicina con radiografia digitale si indica la modalità digitale di acquisizione dall’immagine RX che, a differenza della meno recente tecnica analogica, permette di sfruttare software e hardware abili all’archiviazione di immagini e alla loro modificazione post-acquisizione.

A confronto con la radiografia convenzionale, la tecnica digitale perde in risoluzione spaziale, poiché il punto (l’elemento più piccolo) analogico ha diametro di 2 μm (il bromuro d’argento utilizzato nella pellicola radiografica), mentre il punto digitale è il pixel, un quadrato di spazio enormemente più grande, che può andare da 30 μm a 200 μm. Questo comporta una certa perdita di informazioni spaziali, sebbene l’occhio umano in genere non sia in grado di apprezzare tale differenza in condizioni normali di osservazione.

D’altro canto, i sistemi digitali posseggono un grande intervallo dinamico e la loro curva caratteristica è praticamente lineare, per cui eventuali errori di esposizione, sempre possibili in radiologia, portano comunque ad un’immagine utilizzabile per la diagnosi, mentre per i sistemi convenzionali un errore significa ripetizione dell’esposizione, con conseguente doppia esposizione del paziente.

I sistemi di radiologia digitale si dividono in due gruppi: i sistemi CR (storicamente indicati come Radiologia Computerizzata) ed i sistemi DR (da Digital Radiography). Pur arrivando entrambi a fornire un’immagine digitale, sono molto differenti per principi di funzionamento e per uso.

INDAGINI ECOGRAFICHE:

L’ecografia o ecotomografia è un sistema di indagine diagnostica medica che non utilizza radiazioni ionizzanti, ma ultrasuoni e si basa sul principio dell’emissione di eco e della trasmissione delle onde ultrasonore. Questa tecnica è utilizzata routinariamente in ambito internistico, chirurgico e radiologico. Oggi infatti tale metodica viene considerata

come esame di base o di filtro rispetto a tecniche di Imaging più complesse come TAC, imaging a risonanza magnetica, angiografia. L’ecografia è, in ogni caso, operatore- dipendente, poiché vengono richieste particolari doti di manualità e spirito di osservazione, oltre a cultura dell’immagine ed esperienza clinica.

Gli ultrasuoni utilizzati sono compresi tra 2 e 20 MHz. La frequenza è scelta tenendo in considerazione che frequenze maggiori hanno maggiore potere risolutivo dell’immagine, ma penetrano meno in profondità nel soggetto.

Queste onde sono generate da una sonda mantenuta a diretto contatto con la pelle del paziente con l’interposizione di un apposito gel (che elimina l’aria interposta tra sonda e cute del paziente, permettendo agli ultrasuoni di penetrare nel segmento anatomico esaminato); la stessa sonda è in grado di raccogliere il segnale di ritorno, che viene opportunamente elaborato da un computer e presentato su un monitor, permettendo di ricostruire l’immagine di organi, tessuti e di determinare la natura solida o liquida di eventuali noduli. Con l’ecografia non è possibile vedere dietro un osso.